Window

Delirio, ho bisogno di un delirio…
Voglio uscire, voglio cambiare finestra! O avere una finestra di fronte… Ed aprirla, la mia finestra, e guardare in alto… ma quanto è azzurro il cielo oggi…
è veramente uno schifo tutto questo!!!

Shame!

Disincanto. Tristezza. Che pervade. No words. No word. In silenzio, ma con gli occhi aperti. Devo pur sempre guardare e stare ad ascoltare. E’ necessario sapere.
Questo è il mondo in cui viviamo. E ne ho vergogna.

The Hours

L’intensità dei colori, delle parole, della musica, del verde, dei colori, dei colori dei fiori, tanti fiori, dei sentimenti, delle emozioni, del desiderio di morte, del desiserio di vita, delle… ore… che passano… con estrema lentezza… ma con forza, con intensità… la frivolezza delle cose, delle feste che si organizzano per non pensare ad altro, a qualcosa che forse fa male, l’apparire forti per non essere deboli, l’essere “diversi”, il sentirsi tali ed avere fino in fondo il coraggio di non essere più… in trappola… in prigione… il vivere per un altro, prer un’altra persona, l’annullarsi quasi, trovare il senso di una vita nella presenza dell’altro… la fragilità emotiva e la brillantezza insieme… un solo giorno per tutto questo…

Oscar Wilde

“E’ sempre doloroso separarsi dalle persone che si conoscono da poco. Si può sopportare l’assenza di vecchi amici con animo sereno. Ma perfino una momentanea separazione da qualcuno a cui si è appena stati presentati risulta quasi insopportabile”

Vento

“Le cose, quelle scompaiono in un batter d’occhio: una folata di vento le scompiglia, e sono svanite… Se ci si lega troppo forte a cose e persone, quando queste svaniscono, non se ne va forse anche una parte di noi stessi?”
(Richard Bach)

Foto

Ho sempre l’impressione di non riuscire a fermare le emozioni. E di riportarle su carta. Così come vengono. O così come son venute. Di non riuscire a descrivere i momenti così come li sto vivendo. O come li ho vissuti. E i pensieri che si affollano e le persone che incontro. Le facce. Che vedo e che immagino.
Ho voglia di continuare a crederci. Sì, lo so, richiede un gran sforzo e tanta volontà. Ma ho voglia di farlo. Spesso non ci sono. Con la testa intendo. E le mani vanno da sole. Su questo foglio bianco.
Vorrei lasciar fare alle foto: hanno un senso della sintesi sicuramente migliore. Io non saprei arrivare a tanto. Una sorta di protesi comunicativa, che guida l’espressione. L’esserci. La presenza.
Come sfiorare il mondo e fare finta di esserci. In fondo anche l’occhio è una presenza. Un punto di vista. Un’angolazione. Fugace.
Che imprigiona piccole frazioni di secondo. Può essere una violenza? In fondo è come strappare un foglio. In fondo è come prendere solo una parte del tutto. E’ una scelta che implica rinunce e contraddizioni. A volte rimpianti.
Dove sei?

Le bombe silenziose

Il giorno in cui c’è stato l’attentato alle Torri gemelle è uscita una notizia che nessuno ha preso in considerazione e che i grandi media hanno addirittura ignorato: la FAO ha reso noto che più di 35000 bambini quello stesso giorno sarebbero morti di fame come accade quotidianamente. Ma questo sterminio non ha commosso nessuno. Le reazioni dei governi erano tutte concentrate sulla tragedia delle Torri gemelle, perché era stato attaccato il cuore dell’impero. […] Per me una vita vale quanto la vita di tutti.
Credo che non mi perdonerei mai di vivere una vita a mani vuote, voglio farlo per lo meno con un pò di speranza, lottando, perché è possibile un altro mondo per i nostri popoli.
[ Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la pace ]