Cadooooooo!

la migliore aspettativa è… non aspettarsi niente…
imparerò mai la lezione?

Dov’è che si cresce? Quand’è che si decide di diventare “grandi”?
Me lo chiedo spesso.
Da piccola volevo sapere di più, capire di più, scoprire di più. Da un’avventura uscivo e in un’altra mi infilavo… Cadevo spesso, mi sbucciavo le ginocchia, ma mi rialzavo e andavo avanti. Mi ferivo… ma mi leccavo le ferite e tornavo all’attacco.
Poi? Poi ho barattato la mia voglia d’avventure con una manciata di sicurezze. Per evitare ruzzoloni e delusioni… e così mi sono atrofizzata, ho perso gran parte di me e sono arrivata a non fare e a non provare tante cose per paura di star male.
Ma forse non è questo il modo migliore per vivere.
E allora ho deciso di farmi male di nuovo, di lanciarmi in nuove cadute, a volte senza neanche paracaduti… ora cado e mi rialzo, proprio come facevo da piccola, mi sbuccio ancora ginocchia, riesco di nuovo a gioire ed a soffrire… ed è veramente stupendo!!!

Notti

Il mouse, un nuovo cd da ascoltare con le cuffie per estraniarmi dalla stanza, un bicchiere d’acqua, un topo sulla scrivania, quello che non getterò mai nel cestino, quello di cui non ho voglia e di cui non voglio liberarmi, un portapenne stracolmo di penne colorate ed evidenziatori e matite e pastelli, i miei Ray Ban neri, un po’ di medicina indiana, una lampada sempre accesa (in quest’ufficio quasi non c’è differenza tra il giorno e la notte), un calendario da scrivania tanto per non perdere la nozione del tempo, una pila di CD, una pila di libri che prima o poi leggerò, una pila di cartelline degli ultimi progetti, il cellulare-color-last-al-limone per le voci amiche ed il telefono fisso per quelle meno (amiche intendo), e poi un monitor ed in questo momento una sfilza di parole che descrivono la mia scrivania, la mia postazione di lavoro…

Ci sono notti che portano consiglio, notti per costruire palazzi, notti per percorrere vie, notti per non pensare, notti per pensare, notti per ubriacarsi, notti per amare, notti per sognare… come la mia… una notte di sogni più o meno intensi…
Le mani sulla tastiera, gli occhi puntati in avanti, dopotutto sono solo le nove del mattino.
E’ tempo di decisioni. Quelle che poi vengono da sole. O accompagnate da giornate di sole, o di pioggia, non importa. A pensarci dopo è più facile. A viverle c’è da stare con gli occhi aperti. A volte si sbaglia cmpletamente strada… e ci si perde…

N.Gaiman

“E’ quando ci sei che mi manchi di piu’. Quando siamo insieme.
Quando non ci sei, quando sei soltanto un fantasma del passato o un
sogno di un’altra vita, allora è piu’ facile”

Un altro contributo di Sachiel. Grazie. Cosa penso di una delle tue frasi preferite?
Mi chiedo solo quando i fantasmi del passato smetteranno di esistere, e se mai lo faranno. E cosa può già dirsi passato? Un mese può già dirsi passato? E quando accadrà che i fantasmi diverranno solo un piacevole ricordo, qualcosa su cui soffermare i pensieri nei momenti di tristezza? Vorrei tanto che questo fosse vero, almeno per me.
Buonanotte Sachiel, e grazie per la tua voce.

La finestra di fronte

.:: la frase: Tutti coloro che se ne vanno, ti lasciano sempre addosso un po’ di sè?

.:: la musica: Gocce di Memoria (G.Todrani – A. Guerra)
Sono gocce di memoria | Queste lacrime nuove | Siamo anime in una storia | Incancellabile | Le infinte volte che | Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote | Inestimabile | E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene | Siamo indivisibili | Siamo uguali e fragili | E siamo già così lontani | Con il gelo nella mente | Sto correndo verso te | Siamo nella stessa sorte | Che tagliente ci cambierà | Aspettiamo solo un segno | Un destino, un’eternità | E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso | Per raggiungerti adesso, per raggiungere te | Siamo gocce di un passato | Che non può più tornare | Questo tempo ci ha tradito, è inafferabile | Racconterò di te | Inventerò per te quello che non abbiamo | Le promesse sono infrante | Come pioggia su di noi | Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai | Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità | E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso | Per raggiungerti adesso, per raggiungere te

.:: le lettere
LETTERA DI DAVIDE A SIMONE
Mio caro Simone, dopo di te, il rosso non è più rosso. L’azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi. Dopo di te, devo cercare i colori, dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini. Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere, perché se avessero visto saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà. Rimpiango di non avere avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo. non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome. E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all’azzurro…di diventare cielo. Non so se questo è un mondo migliore. Ora che nessuno mi chiama più Davide, ora che mi sento chiamare soltanto ‘signor Veroli’, come posso dire che questo è un mondo migliore? Come posso dirlo senza di te?

LETTERA DI GIOVANNA A DAVIDE
Mio caro Davide, da quando non ci sei più, Martina mi chiede spesso di te. Lei ti chiama ancora Simone. Ma presto le racconterò la tua storia. Ieri al lavoro, per la prima volta mi hanno chiesto di fare un dolce da sola. Indovina quale gli ho fatto? Il capo pasticcere non ha fatto commenti, però l’ha aggiunto alla lista di quelli da preparare per la domenica. Credo che sia un buon segno. Filippo è riuscito a farsi cambiare di turno. Sembrava che avesse vinto la lotteria. Era così entusiasta, e io ho capito che per il momento non posso chiedergli di più. Sai, quando penso a Lorenzo, ho paura di avere già cominciato a dimenticare il suo volto, a non ricordare più…la sua voce. Cosa sta facendo in questo momento? a chi sta sorridendo? Ho ancora bisogno di una tua parola, Davide, di un tuo sguardo, di un tuo gesto. Ma poi all’improvviso sento i tuoi gesti nei miei, ti riconosco nelle mie parole. Tutti coloro che se ne vanno, ti lasciano sempre addosso un po’ di sè? E’ questo il segreto della memoria? Se è così, allora, mi sento più sicura perché so che non sarò mai sola.

.:: il sito: www.lafinestradifronte.com

ore 19.00 in SITA

a volte basta veramente poco. Una parola, uno sguardo, un tavolo, e le incomprensioni si dissolvono, si dileguano… e resta la pace… mi sento tranquilla, riesco perfino a godermi le piccole grandi conquiste nel campo (sia pur ristretto) della programmazione. Un bacio ai miei guru di jsp… ed un applauso ad Arix che forse non è così stupida come credeva.
E finalmente ho riconquistato un bel po’ di energie. Sarà questo sole. Sono così meteoropatica. Sento di nuovo energia dentro. Energia positiva. E mi sento viva.
Sarà vero che le grandi delusioni portano con sè sia dolore che forza? Spero solo che il cinismo che riscopro in me stessa in questi ultimi giorni sia solo un sentire passeggero che svanisca al primo soffio di vento. Se così non fosse, ci rimarrei davvero male.
“Dormi”?

Sachiel

“Questa legge di Murphy la trovo corrispondente al vero. Ed io la estenderei in parte nella vita reale: quando ho voglia di dire qualcosa a qualcuno sono solo, e quando ho la persona davanti a me il momento non e’ adatto e va tutto a rotoli.”
grazie, sachiel

Storie

intervista a Nicole Kidman, la Woolf in The Hours
“Come si vede tra qualche anno?”
“Come una signora eccentrica e allegra con tanti figli e nipoti. Mi piacerebbe vivere in campagna. Ho sempre amato molto la Toscana, chissà, potrei finire i miei giorni lì, con tutta la famiglia intorno a me, e io che racconto storie che nessuno vuole ascoltare”