lettera ai docenti

A TUTTI I DOCENTI CHE STANNO PER INIZIARE UN NUOVO ANNO SCOLASTICO, un invito a riflettere…sul mestiere più bello che c’è..
Un articolo scritto da Alessandro D’Avenia

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compa¬gni? No. Saprei già tutto. Devi studiare?
Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad an¬noiarmi da subito, ma mi venga alme¬no un po’ voglia di cominciarlo, que¬st’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.

Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Dite¬mi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiu¬terà a capire meglio il mondo e me stes¬so, che insomma ne vale la pena di sta¬re qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fa¬re potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di deside¬rabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Di¬mostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Vo¬glio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci cre¬dete voi, perché dovrei farlo io?

E non mi parlate dei vostri sti¬pendi, del sindacato, della Gel¬mini, delle vostre beghe familia¬ri e sentimentali, dei vostri falli¬menti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 mi¬liardi di anni e trasforma il suo i¬drogeno in luce, vita, energia. Di¬temi come accade questo mira¬colo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interro¬garla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possi¬bile che la rosa abbia i petali di¬sposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuo¬re è un muscolo che batte invo¬lontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagi¬ni. Ci sono così tante cose in que¬sto mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stu¬pore conosce. E ditemi il mistero dell’uomo, di¬temi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sem¬bra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a u¬nire bellezza e utilità come nessun al¬tro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a miglio¬rarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il se¬greto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo.

Ditemi come faccio a decidere che far¬ci della mia vita, se non conosco quel¬le degli altri. Ditemi come fare a trova¬re la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno la¬sciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiuta¬temi a scovare i miei talenti, le mie pas¬sioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vo¬stri sogni, progetti, passioni. Altrimen¬ti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momen¬to mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…

Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.

Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami.

Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.