Needs

Sachiel riesce sempre a trasmettere a uno stato d’animo. Perchè è di questo che siamo fatti, no? di stati d’animo. E poi c’è chi riesce meglio di altri a trasmetterli. Sachiel ci riesce benissimo. Io un po’ meno, ultimamente. Mi sento irrequieta. Come se dovessi fare qualcosa, uno scossone, un cambiamento. Ma ce ne sono e ce ne sono stati così tanti e così tanto importanti che ora non mi va. E siamo punto e a capo. Sachiel ci riesce con la musica. Ma io non ce l’ho la mia musica. Nè può regalarmela qualcuno. Tu Sachiel hai i tuoi dischi, quelli che non ascolta nessuno tranne te, quelli di cui ti piace parlare. Io non ho la mia musica ed in questo periodo non ho neanche i miei libri. Cosa mi sta succedendo? Ho bisogno di… ed è questa la cosa triste…non lo so di cosa ho bisogno… e attendo che qualcuno me lo mostri…
Intanto leggo di nuovo le tue parole… ma senza musica… ahimè… senza musica…
“Altro Natale, altro giro e altra corsa. Prima ci pensavo, e l’unica cosa che mi è venuta in mente è questa: se, come sentiamo dire ogni anno da non so quanto tempo, il Natale si sente sempre di meno, beh, ora dovrebbe essere quantomeno invisibile, impalpabile. Invece è sempre lì, inesorabile. Quante volte diciamo che in questi giorni siamo tutti un pò più tristi? Ho smesso di essere triste in questo periodo, io e il natale ci rispettiamo l’un l’altro, cerchiamo di non darci troppo fastidio.
Anno nuovo, vita nuova? Alla fine non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che tuttto sia un momento passeggero, e che questo è solo un momento di transizione. Una transizione che dura da anni. Me ne sto qui ad ascoltare gli Ursula Points, una di quelle band misconosciute che vivono di Myspace soprattutto. Un disco splendido, in cui sono scivolato dentro oggi. ”
Anno nuovo vita nuova. Bah! Queste cavolate le lascio a chi ci crede. Non sono per noi. Ma tu, sachiel, tu continua a parlare della tua musica… parole che mi distendendono l’anima… così irrequieta…
“Ho trovato una ragazza che suona il piano. Ho trovato delle nuvole elettriche cariche di viola e blu. C’è qualcuno che dall’altra parte dell’oceano produce dischi e li confeziona con classe. Acquerelli gentili con voce di donna. Il pianoforte prima di tutto, e di contorno di suoni avvolgenti e rassicuranti. Clouds electric suona come se Beth Orton e Tori Amos si incontrassero a colazione e decidessero di scrivere qualche canzone insieme: il tono dei brani è confidenziale ma non troppo intimo e claustrofobico. Si respira un’atmosfera elegante, le melodie ci sono, ma non siamo di fronte ad un disco da canticchiare sotto la doccia o quando si corre con gli auricolari dell’ ipod infilati nelle orecchie. Emozioni da spazi aperti, da viaggio notturno in cui gli occhi scrutano di tanto in tanto l’orizzonte oscuro ai bordi delle autostrade. Luci in lontananza, odore di foglie
bruciate e il frizzante profumo del primo freddo invernale. Stanotte ho incontrato una ragazza che suona il piano, ne indosso le melodie e i suoni, e già so che mi innamorerò una volta ancora. A perdita d’occhio.”

E già so che mi innamorerò una volta ancora… forse è quello di cui ho bisogno… a perdita d’occhio…