Ode to my family

Cranberries in sottofondo in un insolito pomeriggio di sole…
se tu fossi qui con me potremmo parlare di un sole che vedo molto di rado, quando c’è e quando ci sono io, fuori dalle pareti di un ufficio in cui il tempo sembra essere sempre lo stesso. E parleremmo di una favola che ormai è bella e sepolta in un quotidiano che continua ad essere sempre lo stesso… una favola che continuerà ad esistere se solo avrò la forza di dare un senso a quattro righe che giacciono nel cassetto… e potremmo parlare del perchè mi ostino a “non decidere”.. ma non ne ho la minima voglia… vedo me stessa all’ingresso di dieci porte o anche di più e, se è vero che mesi addietro giravo e giravo come una trottola davanti alle porte, ora finalmente riconosco a me stessa il coraggio di averne aperte alcune… sì, è vero, sono ancora in fase di scoperta, ma quello che mi manca è un obiettivo: dov’è che spero o mi aspetto di arrivare? Se mai arriverò a qualcosa.. ma sì, una linea d’arrivo c’è sempre, reale o fittizia che sia… smetterò mai di correre?
pomeriggio di musica e di calmapiatta
respiro quest’aria dolce che pervade la stanza… la “mia” stanza… con tutto quello che mi appartiene, con le foto, i libri, la musica, le penne colorate, il PC, il portacarte verde, il tappetino per il mouse, la borsa a fiori estiva, le scimmiette Kipling sparse dappertutto, gli anti-stress a forma di zucca di Halloween, uno Charlot sempre più troste appeso alla parete, candele, candele profumate, candele colorate, candele variopinte, un po’ di put pourry, la canna di bambù in un vaso di vetro trasparente… la “mia” stanza…
ora ti saluto
devo andare a vivere