Interesting

musica… è quello che mi ci vuole oggi… ho ancora nel naso l’odore dell’asfalto bagnato. Ancora a mezz’aria. Ma smetterò di pensare ed inizierò ad agire. O forse smetterò solo di pensare. Che fa sempre bene. Un po’ di luce in ufficio, la finestra aperta, il rumore dei clacson a volte incessante.
Ma poi alla fine, sarà stato importante? Sarò stata importante? O almeno ineterssante? Boring… Chi può dirlo. Non lo saprò mai. Nessuno me lo dirà mai. Ma chi se ne frega!

Decisioni

forse è così. Forse non ci riuscirò mai. Ma stavolta è davvero importante. Come non pensare alle conseguenze? Ne ho fatti di danni in questo periodo forse troppo breve. Ma ora non ce la faccio proprio a decidere. Magari non è il momento per farlo, o magari deve ancora accadere qualcosa, o magari non deve accadere proprio nulla. Ma non me la sento. Forse non sono ancora abbastanza forte, o ancora abbastanza Arix per farlo. Troppi forse… me ne vado a lavorare che “sicuramente” è meglio.

Le mie parole

Le mie parole sono sassi, precisi e aguzzi, | pronti da scagliare, | su facce vulnerabili e indifese, | sono nuvole sospese, gonfie di sottintesi, | che accendono negli occhi infinite attese | sono gocce preziose, indimenticate, | a lungo spasimate e poi centellinate, | sono frecce infuocate | che il vento o la fortuna sanno indirizzare | Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato, | un viso sordo e muto che l’amore ha illuminato, | sono foglie cadute, promesse dovute, | che il tempo ti perdoni per averle pronunciate | sono note stonate, sul foglio capitate per sbaglio, | tracciate e poi dimenticate, | le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire, | lo ammetto
strette tra i denti, | passate, ricorrenti, | inaspettate, sentite o sognate… | Le mie parole son capriole, palle di neve al sole, | razzi incandescenti prima di scoppiare, | sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare, | piccoli divieti a cui disobbedire, | sono andate a dormire, sorprese da un dolore profondo | che non mi riesce di spiegare | fanno come gli pare, si perdono al buio | per poi continuare | Sono notti interminate, scoppi di risate, | facce sovraesposte per il troppo sole, | sono questo le parole, | dolci o rancorose, piene di rispetto oppure indecorose | Sono mio padre e mia madre, | un bacio a testa prima del sonno un altro prima di partire, | le parole che ho detto, e chissà quante ancora | devono venire… | strette tra i denti | risparmiano i presenti, | immaginate, sentite o sognate, | spade, fendenti, | al buio sospirate, perdonate, | da un palmo soffiate

.:: Samuele Bersani

Un diario

leggo oggi in rete
“Il blog è servito, serve sempre, come un diario.
Ci puoi scrivere e non scrivere.
Sai di essere letto, è come dimenticare il lucchetto aperto, il diario sul letto.
Sai chi passerà, e chi leggerà. Lo speri, forse.
O lo temi.”

A volte lo temo, è così. Temo che qualcuno possa leggere e trarre conclusioni affrettate.
Altre volte lo spero. Spero che qualcuno legga cosa mi passa per la testa e dare una direzione al mio caos…una direzione… al mio caos…
Liberatemi!!!