“Ero un fiore sputato dal sangue. Pensavo adesso mi sveglio e rivedo la merda. Ora mi scopa e poi mi ributta nella tempesta. La sua bontą-apatica. Gli stringevo la mano cercando il pił piccolo slancio. Mi regalava quel sorriso da ebete. Tenevo tutto bello lindo e addomesticavo le mie angosce. Era inutile. Lui rimaneva chiuso nel suo guscio pieno d’abitudini.”
.::Isabella Santacroce